giovedì 26 gennaio 2012

DOMANI PRIMA TRASMISSIONE RAI IN 3D

La tv di stato vuole rimanere al passo coi tempi e, va detto, per certi versi ci sta riuscendo (fiction su preti e suore a parte). Domani sera, in occasione della Giornata della memoria dedicata al ricordo delle vittime della Shoah, sarà presentato al pubblico un documentario prodotto da Rai - Direzione Comunicazione e Relazioni Esterne, realizzato interamente in 3D e girato ad Auschwitz. Sarà in onda alle 23.35 su Rai1 nel corso di Tv7 e su Rai HD nella versione 3D, mentre su Rai Storia saranno trasmesse le testimonianze integrali dei sopravvissuti intervenuti nel documentario.

Si intitola Le non persone e vede protagonisti sono alcuni ex deportati italiani, che racconteranno i fatti nei luoghi esatti in cui si sono svolti, a Birkenau e ad Auschwitz. Sentiremo così le storie di Shlomo Venezia (autore del libro “SonderKommando 182727” tradotto in 24 lingue), Andra e Tatiana Bucci (sopravvissute agli esperimenti di Mengele), Goti Bauer (testimone anche della deportazione ungherese), Sami Modiano (che appena liberato ha testimoniato al processo contro Rudolf Höß, capo del lager), Piero Terracina (sopravvissuto assieme a Primo Levi, ha assistito alle riprese dello storico film russo presentato come prova al processo di Norimberga).

Il documentario è stato dedicato a Ida Marcheria, una testimone triestina, ex deportata, che era sopravvissuta per ben due anni nel reparto “canada” di Birkenau. Stava partecipando alla produzione del film, ma purtroppo è scomparsa durante le fasi di lavorazione. Si legge nelle note di produzione:

A lei è dedicato questo film documentario, a lei e all’avvertimento che ripeteva sempre: “bisogna parlare dell’odio e della violenza che oggi viene diffusa tra i ragazzi, bisogna far capire che quell’inferno costruito dagli uomini non è lontano nel tempo ma purtroppo molto vicino come dimostra la frenetica attività dei negazionisti, far vedere l’industria della morte, non nascondere niente, mostrare il campo com’era veramente”.
La scelta del 3D è invece così motivata:

Dare allo spettatore la sensazione più vicina alla realtà degli spazi nel lager. Le grandi, gigantesche, dimensioni di Auschwitz con i “viali” dove venivano incolonnati i deportati, l’oppressiva presenza del filo spinato, incombente, teso e elettrificato per separare le varie zone, il tortuoso percorso nella cosiddetta “sauna” verso la sala dove venivano tatuati i numeri, i blocchi dove dormire costretti, le umilianti latrine, spazi che diventano sempre più stretti, oppressivi, fino alle “standing cell” dove i deportati in punizione erano costretti a passare la notte, quattro in meno di un metro quadro senza aria, fino alle camere a gas dove gli ultimi venivano stipati dentro a bastonate.

Nessun commento:

Posta un commento